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Produzione culturale

COMUNICATO

REMOTIZZAZIONI E TIPOLOGIA PRODOTTI

Alcune aziende di doppiaggio hanno avviato unilateralmente il processo di remotizzazione dell’attività professionale di direttore e assistente. La decisione nasce, probabilmente, dall’indicazione generale di ridurre gli assembramenti per contenere il rischio di contagio da covid19.

La remotizzazione è un argomento delicato, nel settore, modifica l’attuale modello di organizzazione del lavoro, non è normata dal CCNL, non è regolamentata nei singoli DVR aziendali e ha già dato luogo ad una serie di fughe in avanti da parte di alcune aziende e professionisti. Finora, chi ha attuato lo “smart working” non ha considerato la serie di ricadute normative, professionali, economiche e di mercato che, in altri settori merceologici, sono state invece materia di confronto e trattativa fra le parti. Siamo convinti che nel settore del doppiaggio dette ricadute necessitano di essere affrontate dopo un serio approfondimento di merito.

Pur tenendo presenti le indicazioni per il contenimento del covid19, vogliamo precisare che, non essendo al momento normato, il ricorso alla remotizzazione dal domicilio (diversamente dalle remotizzazioni in sale diverse della stessa azienda) è considerata da noi una inadempienza contrattuale che va pertanto immediatamente interrotta.

Contestualmente dichiariamo la nostra disponibilità a concordare una sperimentazione della remotizzazione per la sola figura del Direttore di doppiaggio, unicamente finalizzata all’esigenza di riduzione degli assembramenti in funzione anti-contagio e pertanto legata limitatamente al periodo di contenimento della diffusione del Covid-19 previsto dai vari DPCM che si sono succeduti.

Vogliamo inoltre rappresentare che la tipologia di prodotto di cui al punto 1. dell’art. 7 del CCNL, (“film di circuito cinematografico e relativi trailer, miniserie, sceneggiati, originali TV, filmati di repertorio”) non può prevedere un cambio di fascia di produttività a causa dell’attuale sfruttamento prevalente su piattaforme televisive lineari o on-demand, dovuto alla momentanea chiusura delle sale cinematografiche. Molte aziende, ci viene riferito, intendono applicare per questi prodotti il compenso economico e produttivo riconosciuto per la tipologia di cui al punto 2. del citato articolo, nonostante la qualità richiesta sia quella superiore. Vogliamo ricordare che detta qualità è legata al tipo di prodotto, non al device su cui viene distribuito. Tutte le prestazioni devono essere inquadrate nella giusta fascia di produttività, non ci risulta, infatti, che un prodotto destinato al cinema, seppure nell’utilizzazione attuale forzata dall’emergenza sanitaria, diventi automaticamente home video (termine ormai decisamente obsoleto e legato a tecnologie oggettivamente superate da tempo).

Rimaniamo pertanto in attesa di un riscontro che ci metta nella condizione di verificare e regolamentare le materie esposte.

Roma, 14 maggio 2020

Le Segreterie Nazionali
SLC-CGIL FISTEL-CISL

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