Con la presente la scrivente Organizzazione Sindacale vuole innanzitutto rammentare a Poste Italiane che l’ultimo Decreto sviluppo ha rafforzato la Responsabilità Solidale del committente in tema di appalti e che le recenti novità sul tema della Responsabilità Sociale d’impresa la qualificano come “integrazione volontaria delle preoccupazione sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate”.
A fronte di questo architrave legislativo, Poste Italiane, in maniera disinvolta e non esercitando in toto il proprio ruolo di committente, ha permesso alle nuove aziende subentrate sui nuovi lotti di non presentarsi in DPL per il passaggio delle maestranze in ottemperanza dell’art.7 e di un preciso adempimento dettato dalla normativa dei nuovi bandi.
Ad oggi ci arrivano ancora notizie che queste stesse aziende subentranti non siano pronte logisticamente, dal 1 febbraio, ad adempire ai servizi legati ai lotti.
Il committente, a fronte di queste inadempienze, assume 44 CTD sulla città di Roma a discapito di decine di famiglie, ex dipendenti della Romana Recapiti, ingenerando un problema di natura occupazionale e sociale di estrema gravità.
Tutto questo accade nonostante ,nei giorni scorsi la scrivente Organizzazione Sindacale unitamente alla UIL Trasporti avesse chiesto, per tutti i lotti in scadenza, una proroga di due mesi, tempo necessario per avere un quadro meglio definito a valle del nuovo probabile accordo sulla riorganizzazione dei Servizi Postali che vedrà impegnate le parti nelle prossime settimane.
Come già dimostrato nelle azioni concrete poste in atto negli anni a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici di tutto il settore postale, la SLC CGIL riconferma che ritiene compito precipuo del sindacato la salvaguardia dell’occupazione sia all’interno di Poste Italiane sia nel perimetro esterno.
Per la Cgil non esistono Lavoratrici e Lavoratori invisibili.