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Dopo gli annunci delle scorse settimane, ieri la società Comdata spa ha formalizzato la richiesta di urgente verifica dell’accordo del 15 dicembre scorso che aveva stabilito il ricorso alla CIGS per 2305 lavoratori della commessa INPS operanti in 7 sedi del territorio nazionale visto il calo delle attività affidatole. Anche la società Network Contacts (che in ATI con Comdata lavora la commessa) aveva firmato a dicembre analogo accordo di CIGS per 786 lavoratori dislocati su ulteriori 3 sedi.

A giustificazione della suddetta richiesta avanzata al Ministero del Lavoro, l’azienda Comdata denuncia nella sua missiva “le mutate condizioni commerciali che stanno incidendo in modo determinante sui volumi di lavoro gestiti” e paventa “una rivisitazione al rialzo delle percentuali di sospensione previste nel secondo trimestre di attuazione” della CIGS.

Oltre a ciò si registrano, da parte di entrambe le aziende, iniziative unilaterali sui lavoratori circa l’utilizzo immediato delle loro Ferie e Rol per diminuirne la presenza al lavoro causa cali delle chiamate attribuibili ai ben noti “tagli giornalieri programmati” dei volumi di traffico imposti da Inps ad inizio marzo per non meglio chiariti “limiti alla disponibilità di budget sulla commessa”.

Le scriventi Segreterie denunciano con forza questa difficilissima situazione, che assume sempre più i contorni della drammaticità e del problema sociale sui territori impattati, perché mette qualche migliaio di persone con rapporto di lavoro part time di fronte ad una drastica riduzione salariale e in condizioni di reale povertà in un momento economico generale particolarmente critico. Sono gli stessi lavoratori, la quasi totalità dei quali con anni e anni di esperienza alle spalle, che nel 2020 e 2021 erano gli “eroi della pandemia”, pronti a rispondere all’enorme mole di richieste e di pratiche per sussidi e sostegni che dal Paese si era riversata sull’INPS, che oggi sono “messi in un angolo”, in cassa integrazione con il salario ridotto. E con il miraggio dell’assunzione in INPS Servizi, già svanito a novembre 2021 e rimandato (forse) di un anno.

Dopo gli interventi già richiesti e recentemente rinnovati alla Commissione Lavoro della Camera ed alle forze politiche che si sono dimostrate sensibili alla questione, nelle prossime ore chiederemo al Ministero del Lavoro una urgente convocazione del tavolo coinvolgendo direttamente anche i vertici Inps, se necessario, per capire i reali perché di questa incresciosa ed insostenibile situazione.

Nel frattempo, pretendiamo sia da Comdata che da Network il rispetto integrale e puntuale degli accordi sottoscritti a dicembre in sede ministeriale diffidandole dal mettere in campo ogni iniziativa unilaterale e forzature di qualsiasi tipo.

Roma, 22 marzo 2022

LE SEGRETERIE NAZIONALI
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