Con la “Disposizione organizzativa” odierna TIM compie un ulteriore passo verso il definitivo superamento della unicità aziendale. Con l’integrazione di Noovle ed Olivetti nell’attuale perimetro “Enterprise” si delinea il perimetro della futura azienda che nelle intenzioni dell’attuale management sarà vocata al mercato della digitalizzazione delle grandi aziende. Un perimetro attuale di circa 5 mila persone che genera ricavi per oltre tre miliardi e un miliardo di EBITDA.
Non siamo ancora alla creazione di una nuova entità legale, ma sicuramente l’odierna decisione costituisce forse il punto di non ritorno per la messa a terra di quello “spezzatino” aziendale che continuiamo a ritenere assolutamente sbagliato. Di fatto TIM crea con oggi una potenziale società dove destinare tutte le attività che hanno un futuro perché più direttamente legate ai processi innovativi. Una realtà che sarà in grado di offrire un servizio “end to end” alle grandi imprese ed alla pubblica amministrazione sui grandi progetti legati alla realizzazione del PNRR. Un futuro soggetto che non faticherà certo a trovare partner economici. Tutto questo mentre la vicenda della rete unica si avvita ogni giorno che passa sempre più su sé stessa e, anche alla luce delle attuali determinazioni, siamo sempre più preoccupati sul destino della parte rimanente dell’azienda, a partire dalla cosiddetta “Consumer” che a questo punto rischia sempre di più di essere un contenitore con molte migliaia di lavoratori ed un mercato di riferimento fortemente competitivo e poco redditizio.
A questo punto il silenzio del Governo non è più tollerabile ed è evidente come non sia in grado di dipanare una matassa intricatissima che forse qualcuno ha sottovalutato nella sua complessità e nei potenziali, gravissimi ritorni sulla tenuta occupazionale di TIM e del settore TLC nel suo complesso.
Roma, 1° marzo 2023
La Segreteria Nazionale
SLC CGIL