Quanto sta avvenendo in queste ore non fa che confermare l'urgenza di ridare alla Rai gli spazi di autonomia, libertà creativa e di pensiero indispensabili ad un'azienda che produce idee, emozioni, informazione.
Fra censure reali ed autocensure indotte dal desiderio di "non essere messi in difficoltà ", si sta sempre più ingessando la maggiore azienda culturale del Paese. Siamo convinti che si tratti di pura follia pensare che, mentre il mondo brucia, un grande servizio pubblico di informazione, cultura ed intrattenimento debba trasformarsi in un luogo immaginario, in cui i grandi temi politici, il rifiuto delle guerre o i grandi flussi migratori che sempre più caratterizzeranno un mondo complesso e ogni giorno più ingiusto, siano elusi del tutto o sterilizzati al punto da risultare irriconoscibili.
Come Slc Cgil lo denunciamo da anni, a dire il vero, ed oggi a maggior ragione ci sentiamo in dovere di ribadirlo con più forza: la Rai e le proprie lavoratrici e lavoratori devono tornare ad essere liberi di fare compiutamente e liberamente il proprio mestiere, senza essere soffocati dall'ingranaggio delle "compatibilità politiche", che rischiano di trasformarla in un bollettino irreale.
Se andiamo avanti di questo passo, prima o poi, qualcuno in Rai si sentirà in dovere di prendere le distanze anche da C'era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones. Peccato che così un'azienda come la Rai rischi di morire, raccontando un Paese immaginario, quasi fiabesco, lontano dai sentimenti e dalle pulsioni che pervadono nel profondo la società.
Anche percorrendo questa strada si distruggono i beni pubblici, facendoli percepire ogni giorno più inutili e lontani dal vissuto delle persone.
Contro questa deriva, la Slc Cgil sarà sempre dalla parte giusta, quella della democrazia e del lavoro.
Roma, 13 febbraio 2024
La Segreteria Nazionale
Slc Cgil