COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO CGIL NAZIONALE, SLC CGIL
Roma, 16 ottobre - “Apprendiamo dalla stampa che la soluzione proposta dal sottosegretario Butti al disastro cui ci troviamo davanti sul fronte delle telecomunicazioni sarebbe utilizzare il sistema satellitare di Elon Musk, Starlink, per portare la connessione nelle aree remote in cui Open Fiber e Tim-Fibercop, ormai ai ferri corti per il contenzioso che le vede contrapposte, stanno accumulando ritardi sempre maggiori. Affidare ad un soggetto privato un ruolo così delicato e strategico avrebbe implicazioni in termini di sicurezza e di occupazione, e rischieremmo di perdere i fondi del Pnrr”. Così il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo e il segretario generale della Slc Cgil Riccardo Saccone commentano quanto dichiarato dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all'Innovazione tecnologica.
“Duole ricordare - sottolineano i dirigenti sindacali - che il rischio sempre più concreto di non raggiungere i target previsti dal Pnrr è figlio di una gestione politica miope e di corto respiro, che ha affidato esclusivamente al mercato la scelta di dove e come intervenire. Nel frattempo, il Paese ha continuato ad arrancare, con connessioni internet, fattore abilitante per imprese, P.a. e cittadini che stentano a consolidarsi in ampie parti della penisola”.
“In questo scenario desolante e preoccupante - proseguono Gesmundo e Saccone - vorremmo capire come un soggetto privato come Musk possa ricoprire questo ruolo determinante per le telecomunicazioni italiane. Lo chiediamo per una serie di ragioni. Innanzitutto per la sicurezza delle comunicazioni, per la quale andrebbe piuttosto esercitato il golden power come è stato fatto in un recente passato per evitare pericoli o comunque possibili interferenze legate alla tecnologia 5G di origine cinese. Altre ragioni riguardano gli impatti sull’occupazione che un’operazione del genere determinerebbe. Senza contare - ribadiscono - il rischio concreto di perdere i fondi del Pnrr”.
Gesmundo e Saccone commentano poi un altro possibile accordo, quello con Google per i cavi sottomarini. “Il sottosegretario ha parlato di programmi di Google per investire in Italia con il supporto politico del Governo. Anche in questo caso - sostengono - non possiamo non ribadire che il golden power consente di preservare il nostro paese da operazioni finanziarie di qualsivoglia natura. Lo ricordiamo perché in tempi confusi come quelli attuali, in cui si predica il patriottismo e si svendono i gioielli di famiglia, niente appare certo. Preservare Sparkle, il nostro asset strategico in materia di cavi sottomarini, ci sembra dunque imperativo”, concludono.