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In seguito alla convocazione aziendale Tim, il giorno 5 novembre 2024 si sono riuniti le Segreterie Confederali, le Rsu di Tim e Tim, per discutere nell’ordine:
- Smonetizzazione festività nazionale giorno 8 dicembre;
- Regolamentazione (ex art. 4 co. 1 Legge 300/70) del sistema Speech Recording & Analytics;
- Giornate di chiusura collettive 2025 (Accordo 9 gennaio 2019);

In apertura, Tim ha dichiarato il rinvio dell’argomento legato alla smonetizzazione dell’8 dicembre, in quanto sarebbero emerse nuovi elementi interni che ne richiederebbero ulteriore valutazione, ribadendo il fatto che l’argomento non è chiuso ma verrà riproposto.
L’incontro è proseguito con la descrizione tecnica di funzionamento del sistema Speech Recording & Analitics da introdurre nei servizi 187, 119 e 191. L’illustrazione fatta su questo sistema mette in evidenza un contesto dove vi sarebbe la necessità di registrare e trascrivere le chiamate in ingresso al servizio clienti Tim Consumer e Small Business, per migliorare la qualità del servizio di assistenza clienti e migliorare i processi e i bisogni formativi, sono escluse dall’analisi le chiamate assurance con Fibercop. La registrazione delle chiamate effettuata a campione per un massimo del 20% su scala nazionale ed il 20% massimo per ogni modulo, viene tradotta in forma scritta anonima depurata da ogni riferimento che possa ricondurre all’operatore o al cliente, tale dato sarà conservato per 15 mesi, mentre il dato in chiaro prima della depurazione viene conservato in un’area tecnica segregata per il tempo necessario alla depurazione e comunque non oltre la giornata.
Come ultimo argomento sono state elencate le giornate di chiusura collettiva per i reparti non operativi, come previsto dall'accordo del 9 gennaio 2019 e che saranno le seguenti:
- settimana 11 - 17 agosto;
- giovedì 24 aprile;
- venerdì 30 maggio;
- lunedì 21 luglio;
- venerdì 31 ottobre;
- venerdì 5 dicembre.

 Considerazioni Slc Cgil:
Mentre Tim convoca sugli argomenti all’ordine del giorno, i numeri impietosi che riguardano il settore delle Tlc parlano di una contrazione dei ricavi dal 2010 sino al 2023 pari al -35%, passando da 42 a 27 miliardi in 14 anni, incrementando la cifra in negativo ogni anno che passa. L’illustrazione grafica di questo dato, fa visualizzare un piano inclinato ad oggi senza fine, dove Tim fa la parte del leone, sempre in negativo. In questi ultimi tre anni, che hanno solo visto peggiorare i conti aziendali, abbiamo contrastato un piano industriale il cui unico obbiettivo era la vendita della rete per abbattere il debito e, a detta di Tim, per il rilancio dell’azienda. La prima parte dell’obiettivo è stata raggiunta, della seconda non se ne vede l’ombra, anzi il mercato non sta premiando quel che rimane di Tim, per cui l’azienda non cresce, non fa industria e naviga nei problemi irrisolti come prima.
Dentro questa situazione e in assenza di un nuovo piano industriale che indichi con quali razionali si vorrebbe condurre Tim per il prossimo periodo, veniamo convocati per discutere dei temi di cui sopra.
Sulla smonetizzazione tolta dal tavolo all’ultimo minuto, non si può che ribadire quanto scritto nel comunicato nazionale del 4 ottobre, a fronte dei sacrifici che stanno facendo i lavoratori, abbiamo stigmatizzato stando a quanto scritto da diversi organi di stampa, sulla cifra che il management vorrebbe attribuirsi quale premio per i risultati dal nostro punto di vista non ottenuti, per cui abbiamo consigliato a Tim che se smonetizzazione dovrà essere, per quello che ci riguarda in questo specifica situazione, potrà essere solo volontaria.
Il secondo punto all’odg, il sistema di analisi delle chiamate, per cui il mondo dei customer, oggi in totale riorganizzazione e soprattutto contrazione, è in forte ritardo rispetto ad un 2017 quando la Tim di allora ne chiese il parere al garante della privacy, e introdurlo oggi, nel 2024, nei call-center del Gruppo Tim per meglio conoscere le esigenze del cliente, è una manovra tardiva perché quello che era uno strumento nato con il potenziale di profilare in maniera profonda il dato dell’operatore e del cliente, si è depotenziato grazie all’azione sindacale della Slc-Cgil che ha realizzato accordi in materia di controllo a distanza e riservatezza dei dati inserendo reali garanzie di tutela per le lavoratrici ed i lavoratori, si tratterebbe per cui uno strumento che non produrrà alcun risultato utile al tema della produttività aziendale in ottica di miglioramento della qualità del servizio.
Per SLC-CGIL, dopo le varie domande di chiarimento fatte dalle Rsu confederali presenti, non c’erano le condizioni per affrontare alcuna discussione di merito sul sistema di analisi delle chiamate, che potesse approdare ad una ipotesi d’accordo, in quanto la totale assenza di politica industriale a seguito della cessione della rete non sta fornendo alcuna risposta, anche sul che cosa intenderà fare Tim dei suoi call-center, argomento centrale non più rinviabile. A domanda specifica della scrivente su come procederanno in merito al sistema di analisi chiamate, Tim ha dichiarato che chiederà autorizzazione all’ispettorato del lavoro per poi procedere nel caso di via libera.
È stata citata anche l’intelligenza artificiale, e segnaliamo come quest’ultima sia oggi una realtà pericolosa che il Paese affronta solo con dibattiti, segno della mancanza di una linea di indirizzo generale anche della politica, mentre nel frattempo i pericoli, a partire da quelli occupazionali, proprio nel mondo dei call center non fanno altro che aumentare.
Ultimo argomento è stata la comunicazione sul periodo delle chiusure collettive previste dall’accordo ferie e permessi del 2019. Non sconfessiamo di certo un accordo che ci ha dato ragione sin dall’inizio, ma oggi, in seguito alla separazione di luglio, non si ha visibilità di quali strutture siano rimaste in Tim oggetto di queste chiusure e di quanti lavoratori siano impattati, e abbiamo pertanto sollevato forti dubbi sulla opportunità di proseguire con le chiusure collettive, chiedendo che lo strumento vada sospeso in attesa di una verifica puntuale della situazione reale. L’azienda, in risposta, si è riservata di fornirci un dato in merito alle strutture ed al numero di lavoratori convolti.
Sono poi stati chiesti lumi in merito alla scadenza della proroga sul lavoro agile, chiedendo anche una specifica valutazione per quanto riguarda la città di Roma, che trovandosi nel pieno della preparazione al Giubileo, vive una situazione legata alla mobilità molto difficile, per realizzare da subito un periodo che traguardasse il mese di gennaio per abilitare un lavoro agile maggiore rispetto all’attuale. Sul primo aspetto Tim ha risposto che in tempi brevi comunicherà come intende procedere, sulla seconda parte non ha aperto ad alcuna disponibilità, di conseguenza si continuerà a chiedere una maggiore flessibilità su Roma in questa particolare fase, sapendo che lo strumento sarà reso strutturale all’interno del contratto di settore ed anche che quando ragioneremo di un nuovo accordo sul lavoro agile, le parti metteranno sul tavolo le proprie idee frutto dell’esperienza maturata in questi anni.
Si resta in attesa dei prossimi appuntamenti importanti, a partire da quello del rinnovo della rappresentanza sindacale, non dimenticando tutto il lavoro fatto sin dal 2019, pronti al confronto portando come sempre le nostre del sindacato frutto del confronto interno e soprattutto di quello con i lavoratori.

Roma, 7 novembre 2024

La Segreteria Nazionale Slc Cgil

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