Lo scoppio della crisi Covid ha impattato fortemente anche il settore delle tlc, un settore strategico che ha lavorato nella sua interezza durante tutte le fasi della pandemia.
Il doveroso rispetto dei protocolli di sicurezza ha portato la quasi totalità delle aziende ad approntare nel giro di poche settimane un vasto programma di remotizzazione per tutte le figure professionali per cui era possibile svolgere l'attività dal proprio domicilio.
A fine marzo le principali aziende di telco avevano provveduto ad approntare postazioni remotizzare per più di 40000 persone nel settore.
Un processo complicato, con qualche oggettivo problema di approvvigionamento di strumenti di lavoro o per la connettività.
A ridosso della fase estiva si è iniziato, a partire dal confronto con l'associazione confindustriale di categoria, a ragionare di come governare collettivamente un fenomeno nuovo sia per i numeri coinvolti che per la vastità dei segmenti organizzativi impattato.
È così che siamo arrivati alla stipula dell'accordo quadro per la fase emergenziale con l'assetto e degli accordi sperimentali, validi dalla fine dello stato di emergenza, con Tim, Fastweb e Vodafone.
Le linee principali hanno riguardato soprattutto la difesa del diritto di disconnessione (per evitare che possa saltare qualsiasi distinzione fra ore lavorative ed orario personale), le buone pratiche per evitare il rischio dell'isolamento, inclusività con un'attenzione particolare alla parità di genere, il rispetto della privacy dei lavoratori contro il rischio di in controllo invasivo dei singoli.
Si è poi trattato sulle dotazioni personali, sia strumenti informatici che dotazioni ergonomiche a salvaguardia del benessere fisico.
Un aspetto interessante riguarda il tentativo di governare i processi di remotizzazione anche per settori con un organizzazione del lavoro tipicamente "fordista" come i call center.
Organizzazioni del lavoro rigide che difficilmente possono essere "smartizzabili" ma per le quali occorre, e noi speriamo di esserci riusciti, trovare una via mediana fra il telelavoro e lo smart-working propriamente detto.
Questi accordi, cui si aggiunge quello sottoscritto con IPZS nell’industria, rappresentano un primo serio tentativo di governare un processo nuovo, dai risvolti imprevedibili ma dalle potenzialità interessanti in termini di miglioramento del bilanciamento dei tempi di vita e di lavoro e del raggiungimento di una maggiore efficacia ed efficienza che possa, a tendere, portare ad una riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario.
I testi integrali sono scaricabili dai link sottostanti e ordinati nell’archivio di questo sito secondo le aree contrattuali di riferimento.
20200915_IPZS_verbale_di_accordo_Smart_Working_
20200928_Trust_Technologies_-_Accordo_LA_SPERIMENTALE
20200929_Fastweb_-_Accordo_SmartWorking_29_settembre_2020
20201029_Vodafone_-_accordo_Smart_Working
20201211_TIM_Accordo_rientro_lavoro_Agile
20200804_TIM_Accordo_TRANSITORIO
20200804_TIM_Accordo_SPERIMENTALE
2020118_Poste_It._Verbale_di_Accordo_Lavoro_Agile_18_dicembre_2020
20210111_Verbale_di_Accordo_Olivetti_Lavoro_Agiletransitorio
20210111_Verbale_di_Accordo_Sparkle_Lavoro_Agiletransitorio
20210111_Verbale_di_Accordo_Trust_Lavoro_Agile_transitorio
Indagine-Cgil-Fdv-Smart-working
Linee_di_indirizzo_per_la_contrattazione_dello_smart_working